Costellazioni individuali

 

   Ci sono situazioni in cui una persona sa che potrebbe ricevere aiuto con il metodo delle costellazioni, ma non è pronta a partecipare ad un seminario di alcuni giorni e, soprattutto, teme di doversi esporre in un gruppo. A questo si aggiunga che non tutti i costellatori organizzano seminari con frequenza tale da soddisfare chi lo richiede in certi momenti.
Nella prassi delle relazioni d’aiuto, il metodo delle costellazioni è entrato in modo indiretto nella terapia individuale come nella supervisione clinica, oltre  che nell’individuare cosa non va nel sistema di una classe di alunni o in un’ azienda al di là di ogni ragionevolezza e di ogni competenza professionale messa in atto. Ma in questi casi siamo più nel campo delle rappresentazioni sistemiche che in quelle Familiari e Spirituali di Bert Hellinger e del potenziale di guarigione che esse portano con sé.

   Nel tempo si sono elaborate parecchie varianti del metodo delle rappresentazioni con il contributo di studiosi provenienti da campi di lavoro non tradizionali e oggi è possibile  effettuare alcuni tipi di messe in scena di situazioni anche senza i “rappresentanti”  in carne ed ossa, ricavandone in ogni caso alcune indicazioni. 
Una delle modalità di rappresentazione in un setting individuale è quella che si serve di oggetti vari che costituiscono dei simboli : fogli di carta con una forma o un colore diverso  per Uomini e Donne,  Bambini e Adulti, birilli,  scarpe, pezzi di stoffa colorati, sedie e simili. L’invenzione più nota è quella di  Sieglinde Schneider con i Playmobil, dei pupazzetti di plastica.
Un’altra modalità,  per certi versi più sottile perché richiede al costellante una buona capacità di visualizzare e lavorare con le immagini mentali, è quella delle costellazioni in immagini : è un metodo potente che richiede  molto intuito da parte del facilitatore e soprattutto la capacità di auto-sorvegliarsi, di entrare ed uscire dal ruolo di costellatore-osservatore e di rappresentante della costellazione del cliente nello stesso tempo. Non è da tutti, in assenza di altri ausili, imparare a non lasciarsi prendere dal desiderio improprio e pericoloso di dare suggestioni che possono alterare il “campo” senza il supporto di un feed-back da parte di altri soggetti del sistema.  Contro le buone intenzioni con cui ci si affida a questo tipo di rappresentazioni, occorre che i facilitatori siano in grado di operare di continuo una purificazione delle immagini personali e di avere la prontezza di mollare quando si percepisce che si è andati oltre ciò che ci è permesso nell’aiuto. Primum, non nocere.

   In ogni caso, le costellazioni individuali, pur con qualche vantaggio  che offrono nei casi ai quali abbiamo accennato all’inizio, hanno dei limiti a cui occorre ovviare al più presto : la cosa più produttiva è che il costellante faccia l’esperienza fenomenologica di un campo in cui i rappresentanti, in carne e ossa, mostrano ciò che non sanno del cliente e della sua famiglia attraverso la percezione dei cosiddetti Movimenti dell’Anima. Questo, in realtà, è l’ambito euristico e specifico delle costellazioni di gruppo, in cui il conoscere dei dettagli del problema  riveste un ruolo ed un’importanza molto relativa. Anzi, talvolta ciò è addirittura dannoso, perché i dettagli e la “storia” che il cliente si racconta e ci racconta nascono da interpretazioni compatibili con livelli di coscienza limitati di cui egli è portatore in quanto irretito. Ciò può essere involontariamente fuorviante soprattutto per un costellatore inesperto indirizzandolo sui piani di ipotesi psicologistiche e della mente. Che, come si sa, mente. E ha tutte le sue buone ragioni per farlo. Ma ciò non porta da nessuna parte. Solo, spesso, all’illusione di “capire”. 
A cosa porta il capire, in questo ambito, se  non  lavoriamo sul cambiamento, in armonia, di ciò che in profondità “ci possiede ?



Costellazione con i simboli

   Quale che sia il simbolo utilizzato per rappresentare persone e relazioni a cui fa riferimento l’immaginario del cliente, in una seduta individuale di costellazioni si riesce ad avere una rappresentazione spaziale della famiglia o del sistema, ed emerge quello che può del “campo” mentre il cliente – o il terapeuta – usando questi oggetti o salendo di volta in volta su di essi, riesce talvolta ad entrare nel campo che si è formato e ad identificare e svelare le dinamiche di irretimento dell’interessato nella famiglia, almeno dal punto di vista strutturale. In alcuni modelli viene chiesto al cliente di descrivere e valutare cosa vede e cosa sperimenta quando di trova nelle varie posizioni. In altri casi vengono proposte immagini interiori e movimenti (con delle visualizzazioni) senza far ricorso ad alcun oggetto esterno.

In effetti, con la disposizione da parte del cliente degli oggetti simbolici nello spazio,  e con spostamenti di verifica che opera il facilitatore, si tenta di raffigurare con una metafora la realtà della rappresentazione che nelle costellazioni di gruppo avviene “in vivo” . Certamente si perde parecchio della forza dell’impatto emotivo, si perde la multisensorialità e lo svelamento del linguaggio del corpo nelle interazioni tra i vari rappresentanti. Che sono la ricchezza delle reali costellazioni.  

In ogni caso, sia che si utilizzino oggetti, sia che si propongano  visualizzazioni, il materiale su cui si agisce anche nel lavoro individuale è costituito sempre da immagini interiori del cliente  il quale si trova come  intrappolato a sua insaputa nella rete dei movimenti negativi della coscienza personale e familiare : lì  diventa evidente come un amore che fa ammalare individui e intere famiglie agisce secondo i noti meccanismi che vanno dal “Ti seguo“, all’ “Io al posto tuo“, fino all'”Espiazione “e alla “Vendetta” senza amore.

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