I sogni: un mondo misterioso

 

 I sogni, un mondo misterioso

   I sogni costituiscono l’opera d’arte che ogni notte ciascuno di noi crea in una condizione che non è, come si potrebbe credere, di in-coscienza, ma uno stato diverso di coscienza. Talvolta essi svaniscono all’alba, talaltra rimangono impressi nella nostra memoria come filmati in cui ogni particolare è presente in maniera indelebile, infine può accadere che essi lascino solo delle sensazioni senza immagini che  ci facciano cogliere un senso a ciò che sentiamo al risveglio. Per lo più i sogni ci lasciano al risveglio con la convinzione di non aver sognato affatto.
Ma, quando cominciamo a prestare loro attenzione, essi ci parlano: ci dicono  di noi quello che ci occorre sapere in quel momento, lo fanno in maniera sia letterale, sia metaforica che simbolica, articolandosi in sequenze di un linguaggio pittografico primitivo che la lingua, la quale si è evoluta secondo i princìpi della logica formale, stenta a cogliere, riconoscere e tradurre.

   Santi, mistici, artisti e scienziati di tutte le epoche si sono affidati ai sogni per ottenere ispirazione o trovare soluzioni a questioni complesse. Gli antichi, infatti, tenevano in gran considerazione i sogni: li ritenevano inviati dagli Dèi per curare le infermità degli uomini, per aiutarli a prendere decisioni di rilievo (pace, guerra, sacrifici) tanto che per i Greci il tempio di Asclepio era il luogo sacro per antonomasia, il luogo in cui la divinità poteva parlare a chi, seguendo il sacro cerimoniale, si disponeva a coglierne la presenza e la potenza.

   Accanto al valore sacro dei sogni, già con Eraclito, prende piede una visione naturalistica dell’attività onirica. Il punto di arrivo di quest’ultimo approccio in Occidente è costituito da due filoni che non sembrano potersi conciliare : da un lato c’è quello della ricerca sulla fisiologia del sonno che, nel secolo scorso,  scopre le fasi REM e Non-REM  e da lì si spinge ad affermare che l’attività onirica è uno «scarto della coscienza», uno scarto assolutamente privo di senso; dall’altro c’è la ricerca psicologica che ha elaborato fin dagli inizi del ‘900 i metodi di indagine che – con le varianti  dimostratesi necessarie – si utilizzano ancora oggi. L’assunto di questo filone è che nella dinamica psicologica individuale i sogni abbiano senso –  possano pertanto essere interpretati come altri «sintomi» – e che essi rinviino a difficoltà e conflitti inconsci personali del sognatore risalenti prevalentemente all’infanzia (S.Freud) e riattivati da situazioni presenti. Accanto a tali sogni, che ci fanno intravedere tracce della nostra archeologia individuale, ci sono esperienze oniriche caratterizzate da temi trans-personali  che possono affiorare  in alcune fasi e periodi significativi di svolta nella vita: parliamo di quelli che C.G.Jung chiama i grandi sogni che, con la indimenticabile carica energetica di colori, numeri, figure geometriche, personaggi mitici, archetipi (Anima, Animus, labirinti, musica, mandala…) ci mettono in contatto con immagini e sensazioni fuori dal tempo, proiettando l’inconscio individuale in una dimensione più vasta che Jung chiama Inconscio collettivo.

Il sogno, allora, parla la stessa lingua dei miti e delle religioni di tutte le tradizioni.

   La pratica delle interviste oniriche su cui lavoriamo da anni, sia nell’ambito clinico che in quello della crescita personale in cui non assumiamo che i sogni siano necessariamente sintomi, bensì segni di istanze prevalentemente inconsce della persona, ci permette di dare uno sguardo ravvicinato a questo universo facendo ricorso a spunti metodologici che rimandano  alla Psicanalisi, alla Psicologia Analitica, alla Gestalt, all’Ipnosi, al Sogno da svegli guidato fino allo Sciamanesimo e alle tecniche  elaborate dai maggiori studiosi moderni di sogni e sogni lucidi (La Berge).

  Quali che siano le teorie che ci conquistano di più, occorre riconoscere che, quando dal sonno profondo scivoliamo nel sogno, da un lato «regrediamo» a forme di pensiero pre-logico, da un altro abbiamo l’occasione di «progredire»  a livello spirituale se sappiamo cogliere gli elementi delle nuove sintesi di cui abbiamo bisogno per crescere nella totalità del nostro essere.

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