Memorie e ricordi traumatici

La fenomenologia dei ricordi traumatici è uno degli aspetti più studiati dalla ricerca psicologica e neurofisiologica. Ne elenchiamo di seguito alcune caratteristiche :
  • sono intrusivi, sempre uguali da anni e frequentemente associati arimuginazione.
  • si possono manifestare anche come frammenti, ovvero pezzi di memorie non collocabili in un contesto spazio-temporale riconoscibile : in alcuni casi il soggetto ritira l’attenzione dall’esperienza ingestibile che sta vivendo e ciò  fa perdere informazioni che non possono essere ritrovate in memoria. Talvolta l’esperienza non è raccontata subito dopo, quindi non viene fissata e articolata nella memoria narrativa : quanto più tempo passa prima che se ne parli tanto più disturbanti sono i sintomi post-traumatici che si possono strutturare.                                                
  • ci può essere amnesia per i fatti accaduti e, nello stesso tempo un condizionamento emotivo e fisiologico di iper-attivazione. In questi casi la memoria episodica non è disponibile, ma lo è quella procedurale che tende a persistere.
  • talvolta l’interessato riferisce di fatti traumatici spaventosi, ma le sue emozioni e il suo corpo non partecipano in modo congruo con i fatti. Ma, improvvisamente  si verifica un esplodere di ricordi intrusivi molto carichi emotivamente e, ancora dopo, emerge la strategia di evitamento e di dissociazione affettiva.
  • emergono veri e propri Stati dell’Io dissociati dall’ordinario flusso di coscienza : questa dissociazione,  al polo estremo, può esitare in un Disturbo di Personalità multipla per cui la difficoltà e i sintomi si possono riferire solo ad alcune delle personalità presenti o i ricordi dissociati possono emergere come dolori fisici di conversione inspiegabili . Uno di questi stati può riguardare le abbuffate compulsive in vero e proprio stato di trance di chi soffre di Disturbi Alimentari.
Tortura
  • alcuni ricordi sono stato-dipendenti e affiorano solo modulando lo stato di coscienza; e ciò costituisce un’utile indicazione per la psicoterapia ipnotica.
  • altri sono così poco drammatici da non rendere ragione della sintomatologia pesante che la persona presenta : quando li si accetta come base di partenza, dietro di essi emergono spesso i fatti veri e  i ricordi da cui si era partiti si configurano come ricordi di copertura. Ciò si verifica molto spesso quando per il trattamento psicoterapeutico si utilizza l’ EMDR o l’EFT perché la stimolazione bilaterale o dei meridiani slatentizza alcune immagini che  agiscono dietro alla gravità dei sintomi.
  • ci sono ricordi di esperienze traumatiche ripetute nel tempo che non  si riferiscono ad un episodio preciso, ma funzionano  come schemi o generalizzazionedi fatti avvenuti tante volte.
  • La strutturazione dei ricordi è ovviamente legata all’età della persona coinvolta, pertanto, nel corso del tempo, gli stessi elementi che sembrano ricordati, in realtà sono ricostruiti  di volta in volta con le capacità cognitive che si modificano nel tempo, i ricordi vengono ri-costruiti
  • le emozioni relative ai traumi sono molto particolari : le emozioni sono impulsi ad agire ( e-movere), sono piani d’azione di cui l’evoluzione ci ha dotato per affrontare in tempo reale le emergenze della vita, ma alcune di esse ci impediscono esattamente di adempiere a questo compito e si comportano come emozioni “tossiche”. In particolare durante un’esperienza traumatica le emozioni  coinvolte sono la paura, la rabbia, la depressione, a volte la vergogna, i sensi di colpa el’auto-svalutazione. Alcuni ricordi sono talmente coinvolgenti sul piano emotivo, che non si può parlarne nemmeno dopo anni di psicoterapia.

                            Forni crematori

I ricordi traumatici, come ricordano gli studi di Le Doux, sono immagazzinati per vie neurali diversie da quelle legate alla parola. Difatti, il sistema limbico del nostro cervello, incaricato della elaborazione affettiva dell’esperienza, interviene nella memorizzazione soprattutto con due strutture, l’Amigdala e l’Ippocampo. L’Amigdala è specializzata nelle questioni emozionali, e svolge la funzione di “sentinella psicologica” ( Goleman), per cui, quando si sono verificate situazioni traumatiche, essa non dimentica, il pericolo c’è stato nel passato, ma il passato è sempre presente per questa parte deputata a ricordarci  quali pericoli di vita  dobbiamo attentamente evitare. La memoria controllata dall’Amigdala è di tipo procedurale, ovvero implicito e inconscio (come si fanno le cose, come si guida, come si suona il piano, come si va in bicicletta….), è ampiamente rappresentata nel cervello e ci guida nel come si gestiscono le emozioni, come si interagisce, come si reagisce ad una minaccia all’integrità; questa memoria, sostanzialmente, guida le emozioni primarie legate alla sopravvivenza. Le tracce di questa memoria sono somatiche, viscerali, emotive e interpersonali, e rimangono “sensibilizzate” durante le esperienze traumatiche per cui danno l’allarme attraverso l”’iperarousal, ovvero l’agitazione che ci ricorda il pericolo già vissuto. Alcune esperienze di paura e terrore in casi del genere sono per loro natura a-verbali, quindi non raccontabili, solo sentite. Queste tracce si attivano rapidamente ma sono meno accurate, meno flessibili e meno correggibili di quelle legate alla memoria semantica. Quest’ultima è di tipo dichiarativo ed esplicito, è fatta di schemi o interpretazioni dell’esperienza e costituisce la memoria conscia di fatti, persone e cose : si sviluppa  a partire dal 2° anno di vita, in associazione con lo sviluppo del linguaggio e coinvolge il Lobo temporale del cervello, oltre all’altra struttura fondamentale del cervello emotivo, l’Ippocampo. Questo è coinvolto nella memorizzazione particolareggiata del contesto, ma se il contesto riguarda cose di sopravvivenza,  deve cedere il passo all’Amigdala, che realizza come unsequestro neurale, perché ci blocca in una situazione che può anche essere sopravvalutata. C’è un altro tipo di memoria, la memoria episodica, pur essa esplicitache riguarda fatti ed esperienze soggettive riguardanti singoli episodi; essa  riguarda emozioni o immagini sensoriali specifiche , ma si sviluppa mediamente  a partire dal 3° anno di vita.  Quando  si vive un’esperienza traumatica, l’Ippocampo destro viene danneggiato al punto da non riuscire a codificare, ovvero a fissare nella memoria quei singoli episodi. Sicchè alcune informazioni non possono essere recuperate, semplicemente perché non sono state acquisite con l’immagine relativa alla volta che.., pur essendoci la memoria  somatica che la ricorda. Tanto che uno studioso di fama mondiale che si occupa di Psicotraumatologia, Van der Kolk , sostiene  che il trauma è capace di ri-settare alcuni meccanismi cerebrali fondamentali, impedendo la rielaborazione di alcune emozioni, come la paura, l’ansia, la vergogna, il dolore fisico, cosa che esita frequentemente in comportamenti di impotenza appresa (helplessness). Sono situazioni in cui si è consapevoli che sta avvenendo qualcosa di terribile, ma non ci si rende conto che si hanno le capacità di rimediare alla situazione, il corpo vorrebbe reagire, ma, non riuscendovi, spinge al crollo dell’intero sistema . Quando il quadro post-taumatico si è consolidato, si vivono esperienze emotive che non possono essere abreagite, non possono essere associate alle parole (vedi  prima), possono solo  essere sentite nel corpo, ma la nostra mente cerca di chiuderle in una cassaforte da dove non devono uscire, se non vogliamo essere di nuovo sopraffatti (dissociazione, incubi e flaskback). Quando, per esempio, i danni da trauma si estendono alla corteccia orbito-frontale si possono verificare allucinazioni visive molto simili ai flashback presenti nella fenomenologia delle memorie traumatiche.

 Incubo

Se ci pensiamo bene, quando parliamo di memorie e ricordi, noi usiamo parole diverse e ci riferiamo senza saperlo a modi diversi di codificare e de-codificare le esperienze. Rammentare, che vuol dire richiamare alla mente, la quale si esprime con la competenza verbale, ma sappiamo tutti che questa è una piccola parte di quella che abbiamo e usiamo, e in ogni caso si sviluppa per ultima dall’ectoderma embrionale, cioè dalle parti che fanno da interfaccia con il mondo esterno. Ricordare, invece, è legato non solo al cuore (re-cordis), ma a tutti gli organi interni, i visceri e le ghiandole endocrine che si sviluppano per prima, perché hanno origine dall’endoderma. Rimembrare, infine, è qualcosa che ha a che fare con le membra (dal francese), ovvero con aspetti senso-corporei complementari a quelli della mente e che si originano nel mesoderma. Questa memoria riguarda i muscoli volontari, quelli sotto controllo dell’Io; essa viene anche chiamata memoria cinestesica e ricorda l’esperienza somatica di interazione col mondo.

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