Ordini dell’aiuto

 

   Il modello primo dell’aiutare lo vediamo quando un bambino si assume il disagio della madre: in questo amore cieco, ci sono tutti gli ingredienti, dice Bert, di chi ha bisogno di aiutare: il fervore, la presunzione, e il fallimento sicuro….
Quando vogliamo aiutare per forza e siamo infervorati nel voler salvare il mondo, come terapeuti o come facilitatori, non siamo un Padre o una Madre nei confronti di un bisognoso, siamo un Bambino bisognoso nei confronti della Madre !!!

   Nell’aiutare in questo campo spirituale delle costellazioni occorre al terapeuta e al facilitatore avere il coraggio e l’umiltà di inchinarsi di fronte alla Madre e al Padre di chi chiede aiuto, e dire interiormente .

 Voi siete grandi, io il piccolo. Voi date, io prendo”.

Ed io, in questo sistema, sono l’ultimo.

   A queste condizioni possiamo aiutare: ma mantenendo una certa distanza, senza troppo zelo, senza voler insegnare al cliente cos’è il Bene e senza compassione : se mostriamo compassione, la persona perde la forza che quell’esperienza gli ha permesso di guadagnare.
Il facilitatore fa il minimo : coglie i movimenti e poi si ritira, perché l’essenziale avviene su un altro livello.

   Anche nell’aiutare le costellazioni fanno emergere degli ordini, delle regole che si traducono in reale aiuto. Gli ordini dell’aiuto, secondo Hellinger prevedono alcuni punti fermi :

I – Dare solo ciò che si possiede, e aspettarsi e accettare solo ciò di cui si ha bisogno
Disordine: Quando vogliamo dare ciò che non abbiamo, o prendere ciò di cui non abbiamo bisogno

II – L’aiuto serve solo alla sopravvivenza, allo sviluppo e alla crescita
Disordine: Voler aiutare  negando o opponendosi alle circostanze.   
I genitori, per esempio, danno e i figli  prendono solo finchè sono piccoli. Dopo, occorre porre dei” limiti” (vedi” I due volti dell’amore”).

III – Il facilitatore deve porsi da adulto di fronte a un adulto che cerca aiuto
Disordine: Permettere a un adulto di avanzare pretese come un bambino fa con i genitori, e in questo   modo gli sottrae una responsabilità che deve portare da solo

IV – L’aiuto efficace  tiene conto del “sistema” della persona che chiede aiuto
Disordine: Non riconoscere e non accettare le persone che hanno in mano la soluzione  (es. i  membri della famiglia esclusi).

V – Le costellazioni  uniscono cio’ che era diviso. E’ un amore al servizio di tutti, così come  sono.
Perciò esso agisce oltre i limiti della coscienza, agisce per la riconciliazione e lascia cadere critiche e lamentele.
Disordine : Il giudizio nei confronti degli altri, legato allo sdegno moralistico

 

Aiutare in sintonia di B. Hellinger

Cosa significa: aiutare in sintonia? Significa innanzitutto che sono in sintonia con la mia anima e con ciò a cui essa mi collega. Questo significa che sono in sintonia con la mia origine, con mio padre, con mia madre e con tutti quelli che oltre a loro appartengono alla mia famiglia, dunque anche con i miei fratelli e le mie sorelle, i miei nonni, i miei zii e le mie zie e con i morti della mia famiglia.
………………………………………………….
Da Bert Hellinger :
Essere con loro in tale sintonia, significa che la mia anima diventa ampia e aperta e permeabile a tutto ciò che da loro fluisce a me e che da me fluisce agli altri. Allora la mia anima non appartiene più solo a me. In essa sono in sintonia con qualcosa di più grande, di più vecchio e di più ampio, appartengo a questo e da questo sono portato e guidato, ma nello stesso tempo anche stimolato ad andare ampiamente al di là di ciò che posso personalmente volere o pianificare.
Aiutare in sintonia però significa anche che sono in sintonia con altri esseri umani, con quelli a cui voglio bene e che mi sono cari, con quelli senza i quali non potrei né essere né agire.
Ma anche con quelli che mi sfidano con il loro essere diversi, tramite i quali posso crescere e farmi valere, e che io stesso smuovo con il mio essere diverso. Ma significa anche essere in sintonia con quelli che mi minacciano e contro i quali mi armo, per i quali mi rafforzo fino a essere pronto ad andare agli estremi, se le circostanze lo richiedono e lo permettono.
Ma in questo caso può anche significare che mi ritiro e aspetto e alla fine anche mi rassegno al mio destino e mi arrendo fino a essere pronto alla morte. Chi è in tale sintonia con la sua anima, è in sintonia anche con la sua forza, con le sue possibilità, le sue capacità, la sua esperienza, il suo sapere, la sua percezione, la sua grandezza, la sua dignità, ma anche con i suoi limiti, i suoi fallimenti e la sua colpa. Egli agisce in sintonia, spera in sintonia, ama in sintonia, prende e dà in sintonia e, dove diventa necessario, anche lascia in sintonia.
Ora cosa c’entra tutto questo con l’aiutare in sintonia? Per aiutare veramente qualcuno, quando si tratta di qualcosa di essenziale, allo stesso modo in cui sono in sintonia con la mia anima devo essere in sintonia anche con l’anima sua e con ciò a cui essa lo collega. Dunque anche in sintonia con suo padre, sua madre e con tutti quelli che oltre a loro appartengono alla sua famiglia: con i suoi fratelli e le sue sorelle, con i suoi nonni, con i suoi zii e le sue zie e con i morti della sua famiglia. Essere in sintonia con loro significa che li rispetto così come sono o erano, che do loro un posto nel mio cuore e nella mia anima, che mi sento uno e collegato a loro così come sono o erano, anche con il loro destino, la loro sofferenza e la loro morte. Essere in sintonia con loro significa che la mia anima con loro diventa ampia e a aperta e permeabile per tutto ciò che da loro fluisce a me e che da me fluisce verso altri, soprattutto verso chi devo e poi anche voglio aiutare.
Poi non siamo più solo lui ed io quelli che fanno e vogliono qualcosa. Entrambi siamo collegati a qualcosa di più grande e di più vecchio e di più ampio, da cui siamo anche guidati e stimolati. Allora tutto ciò ch’è superficiale ed è un pretesto passa in secondo piano e fa spazio a ciò ch’è essenziale. In conclusione ciò significa che con il mio aiutare porto l’altro in sintonia con la sua anima e con tutto ciò con cui essa lo collega e che io, appena gli ho dato questo aiuto, mi ritiro in silenzio, affidandolo alla sua grande anima.
Questo aiutare allora non è solo qualcosa che va da me a lui. Siccome in questo modo sono in sintonia con la sua anima e con qualcosa di più grande, che va al di là di essa, anch’io mi ritiro con la sensazione che mi è stato donato molto.

Dove siamo

dovesiamo

Contatti

info@ondesincroniche.it

0187 670602

392 23 30 331

Newsletter

Leggi l'informativa