Vite passate: esperienze e ricerche

 

Una prospettiva spirituale nella pratica della Terapia regressiva può avere un profondo impatto sul desiderio di migliorare la propria vita.

Un esempio di domande focalizzate su un livello spirituale :
° Come sei cresciuto e come ti sei evoluto in quella vita?
° In che senso hai perso qualcosa, e come avresti potuto fare meglio?
° Cosa ti ha causato in quella vita la più grande tristezza e il più grande dolore?
° Cosa ti ha dato la più grande felicità e la sensazione di pienezza, di realizzazione?
° Cosa hai appreso o sperimentato in quella vita che puoi portare con te nella tua vita attuale sulla terra?
La Terapia regressiva scende molto in profondità e tocca il livello fisico, emozionale e mentale spesso più velocemente e profondamente di quanto possa fare la maggior parte degli altri approcci terapeutici.

Ci sono forme di Terapia regressiva che fanno ricorso più che alla trance tradizionale, ad una cosiddetta coscienza vigile (Dethlefsen), uno stato di coscienza meditativo, in cui, con supporto di chi guida la regressione, il soggetto lavora a riconoscere e interpretare pensieri e immagini interiori che affiorano nella seduta.

Il presupposto di questo tipo di terapia regressiva è la convinzione che la coscienza non si sviluppa dopo la nascita, ma è presente alla nascita, anzi, al momento in cui una persona è concepita, essa si unisce con la materia, il corpo, e lo lascia al momento della morte quando l’esperienza vissuta, concluso il motivo di quella incarnazione, ritorna in un altro corpo.

La morte, e il modo in cui si verifica ogni volta, è il punto focale di questo modo di concepire e praticare la Terapia regressiva affinché l’interessato possa guadagnare insight sul suo progetto di vita, un insight che spieghi il disagio, i sintomi, le malattie, gli incidenti. Individuare la propria responsabilità, uscendo dal ruolo di vittima a cui le cose capitano, è il punto di svolta per “guarire”.

Il lungo viaggio
Questa esperienza può risultare catartica e liberatoria, ma non è esente da rischi consistenti di confabulazione. Nello stato modificato di coscienza, comunque indotto o acquisito, per il cervello un’esperienza reale e una virtuale hanno lo stesso impatto. E’ questo che rende infatti possibile l’efficacia di psicoterapie che lavorano sui meccanismi inconsci della mente e che puntano a modificare a livello profondo delle reazioni disfunzionali apprese. Pertanto ciò che dalla persona in regressione viene riferito come proprio vissuto non è detto che coincida con fatti “oggettivi”, ma può essere espressione di elaborazioni consce e inconsce che assumono la funzione di simboli o di metafore. Ciò riguarda anche le esperienze dei cosiddetti rapimenti da parte degli UFO.

Le concordanze tra quanto evocato o immaginato in regressione e certe località ed edifici visitati durante una vita passata, talvolta sono state confermate in parte da sopralluoghi; altre volte si è potuto verificare che la persona aveva conoscenza di certi luoghi e costumi attraverso film e letture risalenti anche a molti anni prima. 

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